"E' bene avere a disposizione un acquario prontemente allestibile per la quarantena."

Dieter Untergasser: Artropodi. Cap 8.

Gli artropodi parassiti dei pesci raramente diventano un problema in acquario. Sono soprattutto crostacei a comparire come parassiti. Gli acari finora non sono ancora stati identificati come veri parassiti, sebbene si siano già osservati danni ai pesci d’acquario da loro causati.
8.1. Copepoda
I copepodi rappresentano un pericolo per i nostri pesci per due motivi. Esistono varie specie che compaiono come parassiti dei pesci. Specie innocue possono essere veicoli di pericolose verminosi. In genere, solo le femmine parassitano i pesci. Hanno svulippato appositi uncini con cui sono in grado di aggrapparsi ai pesci. Le loro appendici boccali sono costruite in modo da succhiare il sangue del loro ospite. Alcune specie, nel corso della loro evoluzione, si sono adattate a tal punto a questa vita che solo difficilmente si riconoscono come crostacei. In caso di attacco grave, i pesci vengono notevolmente ostacolati. La lotta contro questi parassiti può avvenire seguendo C 7, C 11 o C 18a.
8.1.1. Ergasilidae
Nelle specie del genere Ergasilus solo le femmine compaiono come parassiti. Si riconoscono dai sacchi ovigeri allungati e dagli uncini. La loro lunghezza arriva fino a 1,5 mm circa. I sacchi ovigeri sono lunghi 1 mm scarso e possono contenere complessivamente da 50 a 200 uova. Il rischio di introdurre questi parassiti in acquario +è scarso, poiché nel plancton si trovano soltanto i maschi. Tuttavia non è da escludere che parassiti femmine giungano come naupli in acquario insieme al cibo vivo. Comunque, si possono riprodurre soltanto se in acquario sono presenti contemporaneamente esemplari sessualmente maturi – quindi adulti - di entrambi i sessi. L’attacco delle branchie si riconosce ad occhio nudo. Gli Ergasilidi appaiono come formazioni biancastre, allungate sulle lamelle branchiali. Danneggiano il pesce ingerendo cellule epiteliali. Cambiando spesso il loro luogo di insediamento, vengono danneggiate ampie aree delle branchie. Sono frequenti infezioni secondarie, in particolare i funghi possono facilmente attaccare il tessuto malato. Pesci gravemente infestati soffrono di anemia, dimagriscono e sono recettivi a molte altre malattie. Perciò anche qui si consiglia di non somministrare cibo vivo proveniente da acque libere. Il trattamento può avvenire secondo i metodi C 18a, C 11 o C 7. Oltre alle Ergasilidae esiste una serie di altri copepodi che parassitano pesci d’acqua dolce e marini. Questi, oltre alle branchie ed alla cavità orale, colpiscono anche la pelle dei pesci. Altri provocano sulla testa proliferazioni a bubbone in cui vive il crostaceo vermiforme.
8.1.2. Lernaeidae
Questi copepodi molto allungati non presentano più alcuna segmentazione; somigliano più ad un verme che ad un crostaceo. Sulal testa sono presenti escrescenze chitinose informi che servono per attaccarsi al tessuto del pesce. Antenne e appendici boccali sono regredite. I lunghi sacchi ovigeri a tubo talvolta non sono diritti, bensì arrotolati ed attorcigliati. Le specie di Lernea ed i loro affini (Lernaeopodidae) attaccano pesci marini e d’acqua dolce. A seconda della specie vivono sulle branchie, nelle cavità branchiali ed orali, sulla pelle, sugli occhi oppure anche nella muscolatura dei pesci. Anche in questo caso la comparsa dei parassiti in acquario è estremamente rara. Il trattamento di parassiti introdotti assieme a pesci avviene secondo il metodo C 12, C 18°, C 11 o C 7.
8.2. Arguilidae
Le Arguilidae (dette comunemente pidocchi dei pesci”) sono crostacei a forma di scudo con dimensioni tra i 4 e 12 mm. Le varie specie possono essere distinte in base alla pinna causale bilobata. Sulla parte inferiore del corpo si trovano gli occhi, due ventose, due antenne con uncini e uno stilo (pungiglione). Con questo il crostaceo perfora la pelle del pesce e succhia il sangue. Con la puntura viene iniettatoun veleno che riesce ad uccidere i pesci più piccoli. Il punto di iniezione di infiamma e può gonfiarsi. E’ possibile un’infezione secondaria da funghi in prossimità della puntura, nonché la trasmissione degli agenti patogeni dell’idropisia e di parassiti del sangue. Dopo l’assunzione di nutrimento, il parassita lascia il pesce e nuota libero per cercare una nuova vittima. Se ciò non riesce, esso può sopravvivere per tre settimane senza nutrirsi. I pidocchi dei pesci colpiscono qualsiasi specie ittica. In acquario le Arguilidae giungono con il cibo vivo proveniente da acque da pesca. Una riproduzione in acquario è improbabile. Il trattamento dei parassiti è possibile mediante i metodi C 12, C 18°, C 11 e C 7.
8.3. Acarina
Gli acari non sono veri parassiti dei pesci. Gli acari ed i loro stadi larvali presenti in acqua dolce conducono vita predatoria, perciò possono diventare pericolosi solo per i pesci giovani e più piccoli. Siccome si trovano in gran numero in pozze dove si cattura cibo vivo, capita facilmente di introdurli in acquario, dove però non si riproducono per mancanza del nutrimento giusto. Da alcuni anni si diffonde soprattutto negli impianti di allevamento di Discus una specie di Acarina, classificata dal prof. L. Beck di Karlsruhe come appartenente al genere Trimalaconothrus. E’ del tutto innocua e si nutre di alghe, detriti ed ife fungine. In caso di estrema carenza di nutrimento per varie settimane, è stato già osservato che questi acari salgono sul pesci e si alimentano della loro mucosa; un attacco massiccio può diventare pericoloso per i pesci. Tuttavia sono minacciati solo i pesci che di notte stazionano sul fondo. Non è mai stato osservato un attacco di Discus; probabilmente perché questi pesci durante la notte non toccano il fondo, sicché gli acari non possono salirvi. Gli acari sono molto resistenti alle sostanze chimiche ed a temperature elevate. L’unico sistema sicuro per sterminarli consiste nel lasciare asciutta la vasca. Siccome, tuttavia, mangiano detriti e alghe, possono essere tollerati in acquario. ...segue»

Fonte: libro "Malattie dei pesci d'acquario" del Dott.Dieter Untergasser del 1989 non più in commercio in Italia. MGA©

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