Crioconservazione_coralli

"La crioconservazione è una tecnica utile e versatile in svariati campi scientifici."

Crioconservazione: una speranza per salvare i coralli dalla minaccia di estinzione.

La riproduzione sessuale è l'unico modo per mantenere la diversità genetica del corallo, ma è sempre più difficile perché la frequenza degli eventi di riscaldamento è in aumento. Un team di ricercatori ha sperimentato un processo che utilizza lo spermatozoo crioconservato per incrociare individui separati da vaste distanze. Nella maggior parte delle barriere coralline del mondo, il cambiamento climatico globale sta causando indebolimenti legati alla crescita del corallo alla sua sopravvivenza e salute riproduttiva, ciò a causa del rapido riscaldamento e delle condizioni di acidificazione dell'acqua. Poiché i coralli sono organismi sessili e non possono migrare facilmente in posizioni più favorevoli, l’idea di base è di aiutarli ad adattarsi all'aumento della temperatura incrociando individui provenienti da diverse aree tramite spermatozoo crioconservato e flusso genico assistito, accelerando così l'adattamento della popolazione e preservando le specie tampone dall’estinzione, tutto questo senza spostare le colonie essenziale soprattutto per le specie coralline in via di estinzione come i coralli Acropora palmata. La crioconservazione esiste dagli anni '50 e viene applicata all'agricoltura e alla fauna selvatica da molto tempo, oggigiorno non muoviamo più gli animali, spostiamo il loro germoplasma, sia che si tratti di un embrione congelato che di spermatozoi congelati. Il gruppo di studio ha contribuito a creare e ad applicare la scienza della crioconservazione perché è l'unica cosa al momento di cui si possa dire: se verrà fatta, essa garantirà la biodiversità e la diversità genetica della barriera corallina. E’ stato inoltre dimostrato che è possibile maturare i coloni crioconservati. Ci sono migliaia di coloni transregionali di coralli Acropora palmata che stanno crescendo molto bene in diversi acquari. Per far si che la crioconservazione avvenga con successo è necessario che chi la esegue sia ben preparato. Se si lavora con una specie in via di estinzione bisogna agire poco prima della deposizione delle uova, nettare le colonie e raccogliere i loro fasci di spermatozoi. Tutte le provette piene di gameti vengono portate in laboratorio dove uova e spermatozoi vengono delicatamente disassemblati. Le uova galleggiano in superficie poiché piene di grasso e gli spermatozoi formano una soluzione lattea nel tubo. Dopo circa dieci o venti minuti lo spermatozoo viene rimosso delicatamente, viene filtrato e messo in un tubo pulito, fatto ciò, si osservano la concentrazione degli spermatozoi e la loro motilità e si decide se sono adeguati per la crioconservazione o meno. In una clinica per la fertilità umana generalmente non congelano lo spermatozoo di un donatore volontario se ha meno del 50 percento di motilità, ciò è dovuto al fatto che la crioconservazione può causare alcuni danni, quindi si desidera iniziare con materiale di altissima qualità al fine di ottenere un’elevata probabilità di fecondazione e per i coralli, spesso, viene scelto lo stesso limite. Dopo aver valutato lo spermatozoo quest’ultimo viene caricato in un criotubo con del criooprotettore il quale aiuta a proteggere le cellule spermatozootiche dall’eventuale danno da congelamento. Si appone un etichetta sui tubi ed inizia il processo di congelamento il quale avviene tramite l’utilizzo di apparecchiature altamente efficaci. Segue»

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